 LE
      ORIGINI 
      Non conosciamo le origini del nostro paese, ma siamo certi che il
      territorio fu abitato da tempo immemorabile: ne sono testimonianza la
      particolare disposizione dell'abitato, la tradizione, la toponomastica. Il
      nome del paese è abbastanza frequente, lo troviamo in comune di Mulazzo,
      in provincia di Ferrara, in Valtellina, in Francia nella provincia
      Narbonese e, da una prima ricerca, sembrerebbe avere a che fare con i
      culti della procreazione. Cassana è, inoltre, un nome di persona
      femminile di origine irlandese. Anche nel nostro paese Cassana venne usato
      come nome di persona, però maschile: i registri vescovili ci riportano
      l'esistenza, nel 1518, di un certo Cassana fu Nicolosetto. 
      "Cassanus", nella lingua celtica, significa quercia. 
      Si pensa che, prima di iniziare a costruire le case in pietra, le
      abitazioni della popolazione della Val di Vara fossero le tipiche "cavanne"
      costruite con pali di castagno, paglia di grano e di segale, usate negli
      ultimi tempi come magazzini nei boschi e nei campi. Anche a Cassana era
      diffusissima la capacità di costruire le capanne che, attualmente, sono
      pressoche' scomparse dal nostro paesaggio. 
      Il monte Castellaro e il colle del castello potrebbero essere i luoghi
      legati alla fase più antica della storia di Cassana.
       Il
      medioevo 
      E' probabilmente intorno all' VIII secolo che ebbe la sua primitiva
      origine la parrocchia, dedicata a San Michele Arcangelo, forse per opera
      dei monaci di San Colombano, i quali, stabilitisi a Brugnato, iniziarono
      ad operare anche nei dintorni. 
      In questa fase si ebbe, comunque, una riorganizzazione della viabilità e
      del territorio in generale, dopo le invasioni barbariche. C'è ancora poca
      certezza per quanto riguarda gli itinerari storici: è, pero', sicuro che
      nel XIII secolo un'importante percorso collegato all'antica via francigena,
      attraversasse Cassana per giungere a Levanto. La cittadina rivierasca era
      un porto importante ed anche un punto di partenza per il pellegrini
      diretti a Santiago di Compostela. Vari elementi contribuiscono a farci
      credere che il veloce percorso lungo la stretta valle cassanese fosse una
      delle piu' importanti vie al mare fin da tempi preistorici. 
      Gran parte dei nuclei abitati si svilupparono in epoca medioevale, anche
      se forse non contemporaneamente. 
      Nel 1133 era stata creata la diocesi di Brugnato, forse togliendo alcuni
      territori alla diocesi di Luni. Circa un secolo piu' tardi un episodio
      molto importante dimostra come, nei nostri territori, le contese fra le
      due diocesi e i relativi poteri temporali fossero esasperate. Nel 1215,
      Corrado Malaspina, con l'aiuto degli uomini di Cassana, tentò di erigere
      una torre sul poggio Rotondo (oggi monte Bardellone), in una zona
      sottoposta al dominio del vescovo di Brugnato e della Repubblica di
      Genova. Le stringate cronache del tempo ci raccontano che la Repubblica
      inviò prontamente Guglielmo Embriaco, il quale, approdato a Levanto,
      ristabilì velocemente la situazione. La vicenda sembrerebbe essersi
      risolta diplomaticamente, anche perché qualche tempo dopo Corrado
      rientro' nel patto della "compagna" con i genovesi. 
      Da questo conflitto si potrebbe essere originato un comune rustico, con
      sede alla Valle di Cassana, del quale, per il momento, abbiamo solo
      riferimenti della tradizione orale. 
      Già prima dell'anno 1300, come riferisce il Longhi nei manoscritti
      conservati presso l'archivio di Stato di Genova, operava a Genova la
      famiglia Cassana, o da Cassana, proveniente dall'omonimo paese e poi
      trasferita in Val Polcevera. 
      IL
      RINASCIMENTO 
      Questo periodo vede una notevole crescita demografica del paese: il
      Giustiniani riferisce nei suoi annali che nelle varie frazioni di Cassana
      risiedevano circa 260 fuochi (famiglie), quindi il paese contava circa
      1300 abitanti, nonostante le pestilenze del periodo 1523/1528. 
      Si hanno notizie di due notai, operanti a Cassana fin dalla fine del 400,
      Giacomo Tizio e Bernardo Corrado Ricci. 
      Inoltre risultano operativi, nella prima metà del 500, circa 50 telai per
      la tessitura della seta. 
      La relazione della visita nella parrocchia del vescovo Filippo Sauli del
      1518 riferisce che l'ampliamento della Chiesa Parrocchiale era già
      avvenuto nei decenni precedenti. E' a questo secolo che risalgono la
      maggior parte delle opere conservate nell'edificio: i quadri dedicati ai
      santi, l'affresco del Carpenino, l'altare laterale in marmo con il
      particolarissimo olio su tela raffigurante la Madonna del Rosario e gli
      offerenti. 
      Tutti questi elementi ci fanno pensare ad un notevole sviluppo economico
      della comunità. In questo secolo esisteva già un'attività di estrazione
      e lavorazione del marmo rosso Cassana, che compare nella cornice del
      quadro dedicato alla Madonna del Rosario e sembra essere stato utilizzato
      nel pavimento della Cappella Dogale di Palazzo Ducale a Genova. 
      Purtroppo, forse a causa di discordie fra le famiglie, verso la fine del
      secolo il paese si avviò verso una lenta decadenza. 
      Nel 1591 vi fu una carestia molto grave, infatti ne è stato tramandato un
      ricordo molto preciso. Si racconta che nel giorno della festa
      dell'Ascensione vi fu una grandinata mai vista. L'unica foglia verde fu
      ritrovata sotto un sasso. La famiglia Lomellini di Genova aiutò la
      comunità che, in cambio, donò loro l'unico terreno di proprietà comune
      degli abitanti del paese, la Gronde. La signora lasciò in eredità detto
      terreno alla Parrocchia di Cassana. 
      A
      FAMIGLIA CASSANA O DA CASSANA 
      Di questa famiglia non è rimasta traccia né in testi scritti, né nella
      tradizione orale. 
      Però ci sono documenti che testimoniano inequivocabilmente la sua
      esistenza e che richiederebbero uno studio approfondito. 
      Non fu una famiglia come altre, ma un "albergo", o
      "corporazione familiare", come usava 
      nell'antica Genova. Si trattava di una sorta di patto tra famiglie che
      decidevano di usare, 
      al di fuori del paese di origine, un cognome nuovo e comune che, in questo
      caso, fu Cassana. Dai manoscritti conservati all'archivio di Stato di
      Genova emerge che la famiglia 
      era originaria del paese omonimo nell'entroterra di Levanto e presente in
      Genova fin prima del 1300, in Val Polcevera. Le attività della famiglia
      furono moltissime, probabilmente alcuni suoi membri vennero inviati dalla
      Repubblica a svolgere delicati compiti nelle colonie orientali (città di
      Caffa, in Crimea) e, in seguito anche nelle Canarie, dove esponenti della
      famiglia parteciparono attivamente alla conquista delle isole. In cambio
      ebbero diritti sulle terre ed esenzioni che permisero alla famiglia,
      azionista del Banco di San Giorgio, di ottenere molte ricchezze. 
      I più famosi Cassana furono, oltre al Capitano Luigi , Francesco e Luca. 
      Francesco risiedeva a Siviglia e faceva parte del circolo di amicizie di
      Cristoforo Colombo. Uno degli argomenti che convinsero il grande
      navigatore genovese ad intraprendere il suo storico viaggio, secondo il
      racconto del figlio Ferdinando, fu la testimonianza di Francesco. Egli,
      infatti, narrò che le esplorazioni compiute dal fratello Luca, residente
      alle isole Azzorre, avevano procurato degli avvistamenti. La notizia era
      falsa, ma le esplorazioni di Luca durarono diversi decenni, segno che si
      riteneva indiscutibile la presenza di nuove terre al di là dell'oceano.
      Luca era ricchissimo e conduceva una vita sicuramente molto distante dai
      modelli del suo secolo e molto più vicina a quelli del nostro tempo. Non
      era sposato ma 
      ebbe numerosi figli da varie relazioni amorose. 
      Nel 1528, con la riforma Andrea Doria, la famiglia Cassana divenne nobile,
      aggregata in parte all'albergo De Marini e in parte all'albergo Cicala. Ma
      nel giro di qualche decennio 
      sia a Genova che nell'arcipelago della Macaronesia, si perse ogni traccia
      dei Cassana, 
      gli eredi di Luca sparirono e le vicende ereditarie divennero misteriose. 
      I commenti contenuti nei documenti d'archivio (manoscritti del Longhi),
      alludono all'eccessiva superbia della famiglia e, forse, ad una meritata
      fine causata da chissà quali punizioni divine…… 
       
      IL XVII SECOLO 
      In questo secolo il paese ebbe ancora la presenza di importanti famiglie
      che vi risiedevano stabilmente o in alcuni periodi dell'anno. 
      Nel 1611 nacque, in frazione Valle, il pittore Giovanni Francesco Cassana,
      allievo ed amico di Bernardo Strozzi. Egli si trasferì a Venezia insieme
      al suo maestro e da lì alla Mirandola, in provincia di Ferrara, dove
      lavorò sotto la protezione del Principe Alessandro Pico. Tutti i suoi
      figli divennero pittori, in particolare il primogenito Niccolò fu un buon
      ritrattista ed anche uno scaltro mercante d'arte. 
      Nel recente libro "Pittori in Tribunale", edito da Illisso,
      viene ricostruita una vicenda giudiziaria nella Genova del 600 legata alla
      vendita di quadri non autentici, uno dei quali fu portato a Genova proprio
      da Niccolò Cassana. Egli, tramite una sapiente rete di appoggi
      eccellenti, riusciva a piazzare sul mercato genovese quadri di scuola o
      vere e proprie copie di pittori importanti. Terminò la sua vita a Londra,
      dove fu consulente d'arte della regina Anna d'Inghilterra. In passato fu
      anche al servizio del Granduca di Toscana, con il quale ebbe una notevole
      corrispondenza epistolare. 
      Nella seconda metà del secolo il paese visse una profonda lacerazione,
      forse a causa degli 
      avvenimenti che caratterizzarono la fine del 500. 
      Le frazioni Valle, Corneto, Foce, Castello, Piazza non accettarono la
      decisione del Vescovo G.B. Paggi di erigere la Chiesa della Madonna della
      Foce in coadiutoria Parrocchiale. La popolazione aspirava ad erigere la
      Chiesa in parrocchia. 
      Le controversie portarono, nel 1688, all'interdizione della Chiesa.
      Soltanto dopo la sottomissione dei frazionisti al decreto vescovile, alla
      fine del secolo, fu consentito di nuovo lo svolgimento delle funzioni
      religiose. 
      700
      e 800 
      Quando la Repubblica di Genova si avviò verso il tramonto, fu l'inizio
      della fine. 
      I paesi della Val di Vara, legati da rapporti secolari con la città
      marinara, si trovarono spiazzati, in balìa di novità ben poco comprese.
      I francesi, le idee della rivoluzione, Napoleone, portarono smarrimento,
      povertà e degrado. Quelli che erano stati i pilastri della mentalità
      genovese, l'intraprendenza, il coraggio di fare, il maneggio del denaro,
      crollarono miseramente assieme alla Repubblica, definitivamente cancellata
      dal congresso di Vienna. 
      L' 800 fu decisamente il secolo dell'emigrazione, proseguita fino alla
      prima metà del 
      900. 
      LE
      GRANDI GUERRE 
      I lutti legati alla prima guerra mondiale sono ricordati in una lapide
      murata nella facciata 
      Della Chiesa di Ns Signora della Foce. 
      La seconda guerra mondiale causò globalmente meno vittime, ma il ricordo
      dei rastrellamenti, la paura degli aerei e le vicende delle varie campagne
      militari (Africa, Francia, Grecia, Russia) sono ancora vivissimi nella
      memoria dei protagonisti e dei loro parenti. Uno degli avvenimenti
      notevoli della seconda grande guerra fu la generosa accoglienza da parte
      dei Cassanesi, degli "sfollati", le famiglie trasferitesi in
      campagna per sfuggire ai bombardamenti che minacciavano la città di La
      Spezia. Molto frequentemente si crearono, fra gli sfollati e i residenti,
      intensi rapporti d'amicizia che proseguirono per molti decenni dopo la
      fine della guerra. 
      DOPOGUERRA
      FINO AI GIORNI NOSTRI 
      Dopo la fine del secondo conflitto mondiale vi fu ancora un discreto
      fenomeno migratorio, 
      soprattutto verso l'America Latina. Questo provocò l'abbandono di molti
      edifici, mano a mano che le persone anziane rimaste nel paese morivano.
      Alcune famiglie si trasferirono 
      a Genova o a La Spezia, dove era piu' facile trovare un lavoro in fabbrica
      o un impiego. 
      L'agricoltura perdette gradualmente competitività fino a diventare
      semplicemente un hobby, mentre molte abitazioni venivano acquistate come
      "seconde case". 
      Attualmente il paese vive una fase incerta nella quale alcuni giovani
      hanno scelto di risiedervi, nonostante la mancanza di servizi e di
      comodità. 
      Il notevole patrimonio edilizio ha bisogno di essere salvaguardato e
      valorizzato come merita per evitare che si perdano ulteriori testimonianze
      di un interessante passato.
       LE
      FAMIGLIE DI CASSANA, I COGNOMI 
      Il territorio della Valle di Cassana vide periodi di notevole sviluppo
      demografico: ce lo dimostrano i vari censimenti. Il piu' noto è quello
      che compare nella "Descrittione della Liguria" di mons. Agostino
      Giustiniani relativo all'anno 1536, nel quale l'autore afferma che Cassana
      contava 260 fuochi o famiglie, equivalenti a circa 1300 abitanti. 
      I cognomi delle famiglie di Cassana sono stati ricavati dai registri
      parrocchiali nei quali gli atti di battesimo, matrimonio e morte sono
      riportati a partire dal 1600. 
      Molte di queste famiglie in paese non esistono piu': alcuni cognomi sono
      originari della valle e altri sono diffusi anche altrove. 
      I cognomi sono: Alduini, Alloro, Avanzini, Bellando, Bellano, Benedetti,
      Bernardini, Bertonelli, Bertucci, Bianchi, Bolinari, Bollentini, Bono,
      Bosi, Bottini, Brusco, Calani, Casanova, Castello, Cerchi, Cereghino,
      Cima, Ciocconi, Conti, Coradeghini, Corsi, Croxatto, Curotto, Del Vigo,
      Devoto, Dontino, Fenucci, Ferrarini, Galletti, Galli, Giambruno, Lagaxio,
      Landucci, Lerici, Luxardi, Manfredi, Marletto, Marnasi, Massollo, Massolo,
      Martelli, Mersaroli, Moggia, Papa, Petriboni, Piendibene, Ricci, Robini,
      Roi, Rossi, Sartore, Schiaffini, Siri, Sistelli, Spontoni, Stagnaro,
      Suardi, Superno, Toso, Ulmi, Vaccari, Vincenzi, Zembo. 
      I cognomi sicuramente originatisi a Cassana sono Castello (provenienti
      dalla frazione così denominata), Croxatto (crociato), Superno (antica
      famiglia proprietaria terriera), 
      Spontoni (da Spuntone o Spintone) e probabilmente Del Vigo, Bollentini e
      Conti. 
      I flussi migratori del XIX secolo, sia verso paesi del continente
      americano che di quello europeo, hanno diminuito la popolazione e il calo
      demografico è continuato fino ai giorni nostri in relazione al
      trasferimento delle famiglie nelle città e alla diminuzione delle
      nascite.
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