Bardellone………. da sempre luogo suggestivo e territorio d'incontro, e crocevia fra vari itinerari. Si affaccia, a nord, su una verde distesa immobile di colline punteggiate di antichi borghi e, a sud, sull'azzurro mare di Levanto e delle Cinqueterre.
E' naturale ipotizzare che, fin dai tempi piu' remoti, gli antichi Liguri salissero quassu' per osservare gli astri e interpretare i mutamenti del cielo; essi veneravano vette e vivevano in villaggi protetti da primordiali fortificazioni erette sulle cime di monti chiamati frequentemente "Castellari". Nei dintorni di Bardellone esistono due luoghi cosi' denominati: il monte Castellaro a Cassana (sul quale ancora oggi e' piantata un croce che un tempo si dice fosse tanto alta da permettere la vista del mare) e il Castellaro di Pignone (divenuto un insediamento stabile durante il medioevo).
Proprio nel medioevo Bardellone inizio' ad avere grande importanza come nodo viario: qui convergevano i percorsi provenienti da Levanto e si dipartivano le vie che, seguendo diverse direttrici, portavano all'entroterra fino alle provincie di Parma e Piacenza. Cio' e' il motivo della costruzione di una torre chiamata "Torre di Celasco", edificata poco lontano del poggio di Bardellone e che il Vescovo di Brugnato affido' ad un ramo dei Signori di Lagneto (antica localita' nei pressi di Framura) e che erano suoi avvocati. La famiglia acquisi' il titolo di "Signori di Celasco" (dal termine Izolasco) e gli stessi realizzarono un piccolo borgo fortificato munito probabilemente di un edificio di culto; il castello di Celasco controllava anche lo scalo di Monterosso e rappresentava, insieme al borgo di Legnaro, il lembo piu' meridionale dei possedimenti del Vescovo di Brugnato alleato a quel tempo del Comune di Genova. La vicina Ceula (odierna Montale) era invece possedimento del Vescovo di Luni. Fu cosi' che, nel 1215, Corrado Malaspina (feudatario del Vescovo di Luni) convinse gli uomini di Cassana a seguiro sul poggio di Bardellone per edificarvi un'altra Torre per sancire il possesso del territorio; il Vescovo di Brugnato chiamo' pero' in aiuto il comune di Genova che invio' Guglielmo Embriaco a ristabilire l'ordine.
Il Castello di Celasco ebbe importanza fino al XIV secolo. Attualmente sono visibili i ruderi della torre e delle case che la circondavano; alla fine degli anni novanta vennero effettuati scavi archeologici che permisero la datazione precisa dei resti e il ritrovamento di alcune monete medioevali provenienti da varie localita' italiane. Tutto conferma l'accreditamento di Bardellone ad importante nodo viario del medievo.
 


Chi visita Bardellone capisce subito che il luogo possiede un fascino particolare.
E' probabilmente per questo che , sia gli antichi abitatori delle Valli dell'interno, che quelli dei paesi affacciati sul mare, popolarono il luogo di Bardellone e i suoi dintorni con personaggi fantastici, scaturiti dall'immaginario collettivo e giunti fino a noi grazie alla tradizione popolare.

Il personaggio piu' famoso è senz'altro la Maimona, conosciuto un po' dovunque, con varie sedi a seconda delle zone. Per gli abitanti della Valle di Cassana la Maimona, immaginata come un donnone un po' sudicio e con grandi natiche, aspettava gli ignari viaggiatori appena sotto alla spianata del Bardellone. Ancora oggi gli anziani indicano la sua abitazione: un modesto rudere lungo il sentiero che proviene da Cassana. Ai piccoli, nelle sere d'Inverno, veniva raccontato che se avessero seguito i genitori nei loro frequenti viaggi a Levanto, sarebbero stati bloccati dalla Maimona e , per poter passare, avrebbero dovuto baciarle il grosso sedere. Terrorizzati dall'idea, non osavano insistere. Più tardi, al compimento degli undici, dodici anni di età, i ragazzi venivano mandati da soli "sui monti", o a Levanto a compiere piccole commissioni che esigevano senso di responsabilità.
Costretti a vincere la paura infantile per la Maimona, compivano un primo passo nel mondo degli adulti.

Non distante dal monte, in località Brinca, presso il confine fra i comuni di Levanto e di Borghetto Vara, un tempo esisteva una grande casa circondata da una vasta proprietà: il capofamiglia portava orgogliosamente il titolo di "Re dei boschi" ed era considerato con rispetto anche dal parroco di Cassana, il quale, in occasione della benedizione delle famiglie (quando si spingeva fino ai confini della Parrocchia) si fermava a pranzo proprio da lui.

Un'altra leggenda riguarda il vicino monte Castellaro, dove si racconta risiedesse un ferocissimo saraceno, il quale richiedeva esosi pedaggi ai viandanti e puniva con crudeltà chi non soddisfaceva alle sue richieste. Misteriosamente, però, il saraceno si convertì al Cristianesimo e diventò difensore di tutti coloro che attraversavano il territorio.

Gli abitanti di Dosso, Lizza, Groppo, quando sentivano i tuoni, raccontavano ai bambini che un tale "Pipara" stava lanciando formaggette giu' da Bardellone.

Molte leggende riguardano le grotte che si trovano presso il torrente Cassana : la piu' conosciuta, chiamata "Rènsciaùa", nota ai naturalisti per le ossa fossili di Ursus Speleus e per la presenza di particolari specie animali, si credeva che ospitasse il diavolo, mentre le altre erano considerate il rifugio di streghe e creature fatate, la cui reale esistenza fu messa in discussione solo nella seconda metà del secolo scorso. 


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